Tradizionalmente lo studio di un autore letterario e delle sue opere principali vede l’insegnante
come il principale attore, che media i contenuti da lui studiati e li propone ai ragazzi secondo i
contributi principali della critica, ma certamente secondo anche le proprie preferenze e la propria
sensibilità: ciò che viene offerto è dunque un impasto metaforicamente già digerito.
Secondo l’approccio proposto, invece, gli studenti devono diventare i ricercatori che rispondono ad
una domanda che registra un dato di fatto (l’importanza del Manzoni nel panorama della
Letteratura Italiana): loro stessi devono cercare i significati di questa “importanza” e devono riuscire
ad arrivare a spiegare, dapprima a sè stessi, in seguito ad un gruppo di pari, il valore di una lettura
così impegnativa, quanto a lingua, contesto di riferimento storico culturale e lunghezza, ma allo
stesso tempo affascinante e sempre attuale. Credo inoltre che, anche nella prospettiva della classe
destinataria finale del lavoro (una seconda), la presentazione di un’opera letteraria da parte di un
gruppo-classe più avanti nel percorso di studi possa rappresentare un valore aggiunto, quanto a
motivazione d’ascolto e allo studio.
“I promessi sposi”… perchè leggerli ancora?
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