TUTTI GIù PER TERRA

ARGOMENTO: caduta libera dei corpi, accelerazione di gravità, ipotesi di Aristotele e Galileo Galilei sulla caduta dei gravi, metodo sperimentale, attrito.

Solitamente propongo l’argomento agli studenti partendo dalla teoria attraverso una lezione frontale. Per far capire che nella caduta di un corpo è importante l’effetto frenante dell’aria e non il peso, ho sempre fatto eseguire una prova di lancio di uno o più oggetti come lavoro per casa. Ciò che credo invece sia innovativo e stimolante, in questa progettazione, per affrontare l’argomento, è il lancio della sfida iniziale (in questo caso attraverso la visione di un filmato), senza che l’argomento teorico sia anticipato dall’insegnante, lasciando loro la piena libertà di fare considerazioni e trarre conclusioni.

Ho sempre fornito io, attraverso spiegazioni e lettura del libro di testo, le teorie di Galilei sulla caduta dei corpi e relative formule fisiche. Farle dedurre a loro attraverso l’analisi di dati di laboratorio condotto da loro stessi, è sicuramente un metodo efficace sia per la comprensione che per la memorizzazione delle formule fisiche (spesso viste come un qualcosa non legato o applicato alla realtà). Con l’approccio flipped sono loro che vestono i panni di Galilei, i panni dello scienziato, sono loro che analizzano e traggono conclusioni in prima persona, ancor prima di verificare che quello che stanno per formalizzare è una teoria scientifica di valore universale.

Con questo approccio si ha poi la possibilità di sviluppare maggiormente, attraverso i lavori di gruppo, le capacità di comunicare, ascoltare e collaborare con gli altri. Attraverso le necessità di giustificare agli altri le proprie scelte, si consolidano le conoscenze, se ne acquisiscono di nuove e si forma maggiormente la capacità di elaborazione e articolazione degli apprendimenti.

Le possibilità poi di valutare non si limitano ad unico momento di verifica delle conoscenze, ma a diversi momenti che prendono in considerazione vari aspetti (come il coinvolgimento, la partecipazione, la comprensione, la progettazione…) che difficilmente si riuscirebbero a considerare nell’approccio tradizionale. Essendo la valutazione un continuum, diminuisce a mio parere anche l’ansia che gli studenti provano quando sono sottoposti ad una verifica.

Anche il compito autentico ha più l’aria di una sfida-gara (in particolare se svolta in gruppo) che di una verifica. La sua progettazione mi ha dato la possibilità di pensare a come coinvolgere altre discipline nell’apprendimento di un argomento che non è a sé stante, ma è calato in una realtà in cui intervengono diverse situazioni. Questo dà la possibilità di far capire ai ragazzi che gli argomenti che studiano a scuola non sono separati l’uno dall’altro, non sono dei blocchi indipendenti, non sono slegati dalla loro realtà quotidiana, ma ne fanno parte.

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