Lo sviluppo dei solidi di rotazione

Nella didattica tradizionale normalmente si insegna a disegnare nel piano lo sviluppo di un solido astratto e poi, come esercizio di manualità, a costruirlo, in genere come “oggetto” in sé e in piccola scala, chiedendo agli studenti semplicemente di imparare e applicare un regola data, che a breve verrà dimenticata, non avendone evidentemente riconosciuto alcuna utilità o alcun aggancio con la realtà.

Spesso anzi si chiede agli studenti solamente di ritagliare la figura da delle tavole pre-stampate (reperibili in allegato a qualsiasi testo scolastico) per poi comporre il solido, creando dei meccanismi che poco stimolano il loro ingegno  e che sicuramente non lasciano spazio a contributi personali.

Partendo invece dal rilievo di un oggetto di uso comune, dallo studio della sua forma, e chiedendo loro di riprodurlo, il disegno nel piano diventa lo strumento per raggiungere il risultato, un passaggio obbligato, una tappa intermedia, attraverso la quale si acquista consapevolezza delle azioni che si devono svolgere, mettendo in atto un processo deduttivo della regola che ne sta alla base e riuscendo contemporaneamente ad auto-valutarsi, avendo costantemente sotto gli occhi il risultato del proprio lavoro, che, come già anticipato, è solo in apparenza banale e di facile risoluzione (scommetto che molti di loro per costruire il tronco di cono sarebbero portati a ripercorrere di getto le azioni viste nel tutorial per il cilindro, ma per accorgersi presto che una volta uniti i lembi qualcosa non torna e dover ripensare quindi a tutto il procedimento, mettendo in atto uno sforzo intellettuale non indifferente).

L’occasione di confrontarsi con oggetti di uso quotidiano unita alla possibilità di espressione personale crea, a mio avviso, un “terreno” di apprendimento più confidenziale, più conosciuto, sul quale lo studente si può sentire a proprio agio e che permette di abbandonare almeno in parte quelle sovrastrutture, quei pregiudizi sulle proprie capacità e sui contenuti, che possono frenare un processo di costruzione delle conoscenze sereno e solido.

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