uomini, cani, cavallette ed altre strane storie…..

Nell’approccio didattico tradizionale argomenti come la genetica e le sue basi molecolari, l’evoluzione, le specie e le razze, la biodiversità, sono spesso trattati in capitoli separati e non sempre chiaramente correlati come fenomeni imprescindibilmente legati. Inoltre – e ciò rappresenta l’aspetto paradossale – l’insegnamento deduttivo classico associato alle Scienze contraddice lo stesso Metodo Scientifico, che invece parte dall’osservazione di particolari, cerca di inquadrarli e di trarne la “scoperta”. Adottando invece l’approccio di flipped classroom, si segue il processo induttivo proprio del metodo scientifico, curandone allo stesso tempo l’acquisizione come sistema utile ad affrontare in modo più razionale ed efficace i problemi di tutti i giorni. Partendo dall’area prossimale e da esempi nel campo esperienziale degli alunni se ne stimola la curiosità in modo molto più efficiente che non con esempi classici. Nello specifico, il partire dalle razze dei cani, da video simpatici e scanzonati, da domande apparentemente bizzarre ma che pongono problemi profondi piuttosto che dalle leggi di Mendel e da complesse descrizioni sulle basi molecolari (che certo non rappresentano la realtà di tutti i giorni) è strumentale ad incuriosire gli alunni, evitando il rischio di annoiarli. Inoltre, suddividendo l’argomento in sub-problemi inizialmente intriganti, apparentemente paradossali o perfino bizzarri, si mostra che la Scienza non è affatto materia difficile, lontana (mondo degli studiosi) e “pesante” ma al contrario è amica e anche divertente; si favorisce inoltre la capacità di correlare in modo progressivo gli “indizi”, proprio come nelle indagini scientifiche, per giungere infine alla contestualizzazione ed astrazione dei concetti generali. In conclusione, proprio come titola l’UdA, si insegna a guardare “oltre le apparenze” per esplorare il meraviglioso mondo della natura e i codici che regolano la vita dentro e fuori di noi.

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